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INTERVISTA
Il ministro Melandri dice...
Intervista al ministro dei Beni culturali
di Fabio Isman - inviato speciale de "Il Messaggero"

La Villa Reale
Considero il restauro della Villa Reale di Monza, che sta ormai per cominciare in modo massiccio e definitivo, un grande risultato non solo per la città, ma per tutta l'Italia che ha a cuore il patrimonio storico ed artistico che possiede e conserva, che ama la cultura, che conosce il valore delle parole radici e civiltà>: così esordisce, nel suo ufficio al Collegio Romano, Giovanna Melandri, ministro dei Beni e delle Attività culturali.

La Villa ritrovata: un altro frammento dell'Italia che cambia?

<Negli ultimi quattro anni, lo dico da cittadina e da ministro, l'Italia è migliorata in molte cose; ma è soprattutto più vivace dal punto di vista culturale e ha saputo investire sul suo bene più prezioso: il patrimonio culturale e il paesaggio>.

Infatti, i restauri sono stati, e sono, davvero assai numerosi.

<Con grande continuità, direi quasi con ossessione, questi quattro anni hanno restituito al mondo musei grandi e piccoli chiusi da decenni; aree archeologiche; grandi cicli di affreschi. Ma soprattutto si è invertita la tendenza che considerava il degrado del patrimonio e la devastazione del paesaggio inevitabili. Perché i governi di centro-sinistra hanno creduto fino in fondo che la cultura è una parte del welfare, un fondamentale fattore d'identità sia delle comunità locali, sia del paese più in generale>.

Questo, però, è stato possibile perché sono aumentati, e non poco, i miliardi a disposizione della cultura e degli stessi restauri, no?

<Si è avviata una grande campagna di restauri diffusi e di ricerca di nuove fonti di finanziamento, per rendere permanenti gli investimenti nel settore. Oltre ai fondi del Giubileo, che hanno restaurato duecento luoghi in tutta Italia, i finanziamenti del Lotto hanno reso possibile avviare 206 cantieri nel biennio 1998/2000, per 900 miliardi; e, da quest'anno, una programmazione triennale per 400 miliardi l'anno. Da qui attingerà anche la Villa di Monza: un grande restauro che andrà ad affiancarsi ad altre rilevanti e impegnative imprese, sparse in tutt'Italia. Penso, ad esempio, alla Venaria Reale di Torino, ai Grandi Uffizi di Firenze, alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, per citare soltanto qualche caso>.

Tantissime volte, per la Villa, i sogni sono finiti all'alba, per evocare il titolo di un dramma di Indro Montanelli: stavolta lo Stato ce la farà a condurre a termine un'operazione da far tremare i polsi?

<Penso che riusciremo. E' un obiettivo cui collaborano insieme il Ministero, la Regione, gli enti locali; mi aspetto un coinvolgimento anche del mondo privato. Perché in Italia occorre pensare che i restauri possono e devono diventare fattore di sviluppo. Per questo ho lavorato a creare condizioni durature di un impegno comune con il mondo privato e delle imprese, da cui può venire un notevole apporto finanziario, diffuso e mirato. Il collegato alla Finanziaria del 2000, ha finalmente introdotto la deducibilità fiscale delle erogazioni liberali delle imprese verso la cultura. La misura costituirà, per i beni culturali, una piccola, ulteriore rivoluzione nel campo degli investimenti possibili. E, mi auguro, anche un vantaggio per Monza, il suo patrimonio, la sua grande cultura>.

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dicembre 2000